06/11/07

In memoria dello splendido giornalista Enzo Biagi

Dal quotidiano “La Repubblica (http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/cronaca/biagi-grave/editto-bulgaro/editto-bulgaro.html) :

Biagi, con Luttazzi e Santoro, nel 2002 venne accusato dal Cavaliere di "uso criminoso" della tv per una intervista a Benigni. Nel 2007 il ritorno

L'editto Bulgaro, le scuse di Berlusconi
"Rifarei tutto quello che ho fatto"

Rifiutò di partecipare a Rockpolitik nel 2005, dove lo aveva invitato Cementano per non tornare, scriveva, su Rai uno, la rete ancora diretta da chi lo aveva cacciato
di GIOVANNI GAGLIARDI

ROMA - "Berlusconi ha detto da Bucarest che ho fatto un 'uso criminoso' della tv. Dalla Rai dopo 41 anni di servizio mi hanno mandato una disdetta con la ricevuta di ritorno. Bene, rifarei tutto quello che ho fatto. Sono sempre stato dalla parte di quelli che non vincono". Così parlava del suo 'esilio' dalla televisione Enzo Biagi in una intervista al Corriere nell'agosto del 2004.
Era il 18 aprile del 2002 quando il neo presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, da Sofia, dopo una durissima campagna elettorale, puntò il dito contro Biagi, Luttazzi e Santoro, per quello che passerà alla storia come "l'editto bulgaro". "Vorrei sapere quale reato ho commesso: stupro, assassinio, rapina?" chiedeva Biagi a caldo commentando in quel giorno le affermazioni di Silvio Berlusconi. In quel momento il giornalista firmava 'Il fatto', in onda dal 1995 su Raiuno subito dopo il Tg1 con grandi risultati di ascolto. Quella sera, in diretta, Biagi disse: ''Questa potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto dopo 814 trasmissioni, ma non tocca a lei Berlusconi licenziarmi''.
'Il Fatto' concluderà la sua storia il 31 maggio dello stesso anno. A scatenare le ire di Berlusconi fu la puntata in cui Biagi, il 10 aprile del 2001, in piena campagna elettorale, intervistava Roberto Benigni e il comico non risparmiava battute all'allora leader dell'opposizione. "Il contratto di Berlusconi con gli italiani? Ormai è un cult. Quella cassetta lì l'ho registrata proprio. L'ho messa tra Totò e Peppino, e Walter Chiari e Sarchiapone". O ancora: "Non voglio parlare di politica, sono qui per parlare di Berlusconi". E il commento di Berlusconi il giorno dopo fu a lettere di fuoco: ''Ieri sera è stata una cosa terribile''.
Fu una ferita profonda. "Cara Lucia penso che la mia vita si stata felice", ha scritto nel libro dedicato alla moglie Lettera d'amore a una ragazza di una volta, "ma il conto è arrivato tutto d'un colpo. Tu mi hai lasciato, Anna (la figlia ndr) è morta all'improvviso, sono stato calunniato e offeso nel mio lavoro".

Da allora il giornalista non è comparso in Rai che pochissime volte. La prima a Che tempo che fa, il 22 maggio del 2005. In diretta, con gli occhi lucidi, disse: ''Rifarei tutto come prima''. Poi il 21 ottobre come ospite a Primo piano per raccontarsi, con oltre due milioni di ascolto. Rifiutò di partecipare a Rockpolitik, dove lo aveva invitato Celentano per non tornare, scriveva, su Raiuno, la rete ancora diretta da chi lo aveva cacciato. Al suo posto una sedia vuota. Il 13 ottobre 2006, dopo quattro anni di assenza, il ritorno sull'ammiraglia, intervistato al Tg1 da David Sassoli. Poi il 10 dicembre 2006, ancora una volta da Fazio, l'annuncio del ritorno in tv con un programma dedicato agli italiani.
Da vecchio partigiano, Enzo Biagi scelse la Resistenza come tema della prima puntata di RT - Rotocalco televisivo, il programma - realizzato in coproduzione con il Tg3 - che dal 22 aprile su Raitre lo riportò sugli schermi della tv pubblica. "Buonasera, scusate se sono un po' commosso e, magari, si vede - disse aprendo la puntata -. C'è stato qualche inconveniente tecnico e l'intervallo è durato cinque anni".
E oltre alla soddisfazione del ritorno in tv, Biagi ebbe anche quello della marcia indietro, seppur parziale, di Berlusconi. "Ho assistito alla prima delle due puntate e l'ho trovata veramente avvincente, quindi complimenti al dottor Biagi per questa nuova trasmissione", - disse il Cavaliere dai microfoni di "Radio anch' io", negando, però, di aver mai chiesto la chiusura di "Sciuscià", "Il fatto" e "Satyricon". E tuttavia, per la prima volta, Berlusconi ammise un errore: "Forse ho calcato la mano quando dissi che Biagi e gli altri facevano un uso criminoso della tv pubblica".
E, come sempre, la risposta del giornalista fu di grande classe. Poche righe per ringraziare "tutti quelli che hanno apprezzato il nostro lavoro e in particolare Silvio Berlusconi per il giudizio lusinghiero espresso su RT rotocalco televisivo".

(6 novembre 2007)

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