10/10/07

leggo notizie di sanità....

Leggo di “fatti” medici, fatti che sino a qualche mese fa erano il mio pane quotidiano e rimango perplesso? Non saprei cos’altro dire.

Da Doctor news

[ Zucchelli, sicurezza in corsia fra le tre priorità Ssn: La sicurezza degli atti medici "è fra le tre priorità del Governo per la sanità italiana. Assieme all'ammodernamento del Ssn e al suo rapporto con le università". A dettare l'agenda dei prossimi mesi, "dopo l'approvazione della Finanziaria", è oggi il sottosegretario alla Salute Serafino Zucchelli, intervenuto a Roma a un convegno sugli 'errori in corsia e le forniture di strumenti medicali'. "Oggi l'errore medico non può essere ridotto al rapporto interpersonale tra medico e paziente. La complessità della macchina diagnostica e terapeutica coinvolge molti attori e sistemi organizzativi. E dunque la maggior parte degli errori è frutto di una concatenazione di eventi di per sé non gravissimi. Ma che insieme possono determinare anche esiti fatali". Da qui la riflessione: "Non bastano più medici colti e preparati. Il problema è nella catena di atti, nella filiera di avvenimenti e procedure. E' qui che bisogna intervenire con un continuo monitoraggio". Dello stesso avviso Roberto Tersigni, presidente del Collegio italiano di chirurgia. "La gestione del rischio rappresenta un punto cardine da affrontare. Ringrazio il ministero della Salute che su questo tema è perennemente al lavoro. I casi di malasanità, come quello recente avvenuto a Bologna, sono il frutto del concorso di colpa umana e di procedure". Il riferimento è alla vicenda del chirurgo del Sant'Orsola di Bologna che ha eseguito, in seguito a uno scambio di Tac, l'intervento di asportazione di un rene sulla persona sbagliata. E la donna è morta due giorni dopo l'operazione.]

E ancora: [ Medici in formazione Federspecializzandi contro ddl ammodernamento

Il Ddl sull'ammodernamento del Sistema sanitario nazionale, nella parte relativa ai medici specializzandi, "stravolge e svuota i contratti appena istituiti secondo lo schema nazionale del luglio scorso, proponendo protocolli aggiuntivi regionali, le cui garanzie in termini di impegno lavorativo e tutela formativa appaiono quantomeno dubbie". L'accusa arriva da Federspecializzandi, che ieri ha incontrato il presidente della Commissione Sanità del Senato Ignazio Marino per manifestare il proprio dissenso.
La parte del ddl che riguarda gli specializzandi "non menziona alcuno strumento di valutazione della qualità della formazione - spiega la Federazione in una nota - e considera la possibilità di raddoppiare 'a fini didattici' l'orario settimanale di 38 ore. Inoltre, prevede di fatto l'inserimento all'interno dell'organico delle unità operative con mansioni definite in deroga alla progressiva autonomia professionale prescritta invece dalla legge 368/99 e scavalcando, nella sostanza, il divieto della legge di considerare i medici specializzandi sostitutivi del personale dipendente. Assolutamente incomprensibile - incalza Federspecializzandi - appare anche il comma che parla di rendere 'indisponibile nella pianta organica un posto di dirigente del ruolo sanitario ogni cinque specializzandi inseriti'. Tale comma presenta il rischio di diminuire le assunzioni a tempo indeterminato di medici specialisti, manifestando di fatto la volontà nascosta di precarizzare ulteriormente il Ssn". FederSpecializzandi "si impegnerà affinché non solo venga modificato il ddl sull'ammodernamento del Servizio sanitario nella parte riguardante i medici in formazione specialistica, ma si arrivi a un contratto migliore valido per tutti". ]

Ma cosa vogliono gli specializzandi? Sanno di essere gli unici tra i tanti specializzandi dell’università in questo nostro strano paese a percepire un salario che si possa chiamare tale? E poi Federspecializzandi mi sembra una cosa da primi novecento no anzi da fine ottocento. Si diano un nome adeguato al tempo e si guardino intorno…..in europa e nel mondo…

Dell’errore medico non dico non avendo notizie chiare dei fatti e però una considerazione: laddove ci si comporti nel semplice e fondamentale vecchio modo e cioè si controlli e ricontrolli (cartella clinica del paziente, esami di laboratorio, anamnesi del paziente che si conosce per la sua storia clinica e non solo per le sue iniziali ecc. ecc.) bene lì l’errore umano (sempre possibile e addirittura con i vorticosi tempi di lavoro odierni più probabile) viene sempre o quasi azzerato. Vorrei ricordare ai colleghi chirurghi che tra non molto la robotica permetterà di eseguire ottimi interventi come un mago della chirurgia non avrebbe mai potuto fare ma saranno sempre dei medici a controllare il robot……??!! Perché altrimenti saranno guai seri.

E sempre da Doctor news: [ Turco, nessun ticket nella finanziaria 2008: Non ci sarà nessun ticket sulla sanità nella Finanziaria 2008". Così il ministro della Salute Livia Turco, a margine dell'audizione in Commissione Sanità del Senato sulla manovra 2008, risponde a Guglielmo Epifani, il segretario generale della Cgil che ieri ha tirato in ballo i ticket, in una sorta di levata di scudi preventiva, auspicando che non vengano reintrodotti nel 2008. Illustrando la Finanziaria ai componenti della Commissione Sanità di Palazzo Madama, Turco ha ribadito gli obiettivi di salute al "centro della nostra agenda". Ovvero "la promozione della continuità assistenziale attraverso il rilancio della integrazione socio sanitaria e la costruzione delle cure primarie", ma anche "la promozione della dignità di 'fine vita'", nonché "la promozione di stili di vita salutari attraverso il programma 'Guadagnare salute'".
E ancora "la promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro", accanto a quella "delle donne e della salute materno-infantile". Il ministro torna anche sull'esigenza di "contenere i tempi delle liste d'attesa". E parla, inoltre, di "elaborare con un approccio nuovo il piano sanitario nazionale". Ma non svela, a margine dell'audizione, quali novità abbia in serbo per mettere a punto il Piano. ]

Ma siamo così sicuri e convinti che un giusto sistema di tichet ( li si usa in tutti i paesi d’europa ed oltre) non aiuterebbe il SSN e soprattutto nel SSN quelli che sono più sfortunati (certo se il sistema dei tichet è quello nostrano dove a pagare sono solo i cittadini di serie B quelli cioè che hanno meno soldi e spesso stanno anche più male!)?

E poi signor ministro non le sembra di avere troppi obiettivi per il SSN? Ma non le viene il dubbio a lei e ai sindacati che forse sarebbe davvero il caso di mettere mano all’assurdo numero di morti bianche e incidenti sul lavoro che pongono il nostro paese al livello dei paesi del terzo mondo. Ma dove eravate voi e tutti gli altri sino ad oggi? Non vi sembra sia giunto il tempo di intervenire davvero e per favore basta con i proclami (ne sentiamo da troppi anni) e si cominci con fatti concreti.

Quanto alla “promozione della dignità di fine vita” non vorremmo che il tutto si riduca ad un rumoroso ingresso della politica e dello stato in uno degli ultimi piccoli spazi che ci era a volte rimasto. Penso già ai tanto decantati luoghi di morte gli Hospice dove nughuli di morienti saranno canalizzati (e immaginatevi che cosa potranno essere queste strutture in alcune aree del nostro paese come il Sud) e felici si incontreranno tra loro e moriranno….con buona pace dei vivi (a minor costo perché questa è la vera sostanza del problema).

Della salute materno infantile non dico perché tanto il nostro è ormai un paese a tasso di natalità sotto zero. Ma lo sanno il ministro ed Epifani che in questo nostro paese fare un figlio è divenuto un lusso e che spesso per conservare un lavoro si sceglie di rimandare e rimandare……certo se vogliamo interessarci della natalità degli immigrati anche questa mi sembra una giusta cosa. Ma quand’è che decideremo di dare alla donna che aspetta un figlio una retribuzione piena che gli permetta di vivere per sé e per il figlio per i primi tre anni di vita o in alternativa gli riconosciamo il diritto a conservare il rapporto di lavoro che aveva prima della gravidanza? Sono esempi forse sbagliati ma vogliono significare l’estrema necessità di intervenire.

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