06/04/13

Breve riflessione sui cosidetti esodati. La riforma delle pensioni del Ministro Fornero finalmente e per la prima volta valevole per tutti non poteva non comportare problemi in un paese dove per troppo tempo il pensionamento precoce era stato uno dei tanti mezzi usati per risolvere le difficoltà della crisi economica e industriale e del lavoro. Il punto è che questo nostro è un Paese che non riesce mai a risolvere i problemi che si presentano ma li lascia incancrenire. Appare incredibile che ancora oggi non si sappia con precisione quale è il numero di cittadini “in esodo”. Qualche responsabilità all’Inps la vogliamo dare? Possibile che questo ente non sia in grado di indicare il numero preciso? In un Paese normale ad un mese dalla riforma si sarebbe saputo il numero certo di “esodati” e ci si sarebbe potuti muovere per trovare le migliori soluzioni possibili senza per questo intaccare lo spirito della riforma. Ci si sarebbe mossi con tempestività per andare incontro alle più critiche “condizioni economiche familiari” delle persone in esodo e da subito si sarebbe attivato un intervento di sostegno economico per le situazioni con un “reddito critico” per procedere solo successivamente a sanare le posizioni in base alla temporalità per quelle condizione economiche normali (reddito familiare comunque discreto o buono). Queste cose avrebbero dovuto dire all’unisono il Ministro e i Partiti e i sindacati. Ma in questo nostro che non è un Paese normale non è stato così. E i Partiti hanno attaccato il governo su una riforma dopo averla inspiegabilmente votata e alcune sigle sindacali oggi arrivano persino a speculare su drammatiche vicende familiari con un piagnisteo che solo offende. E allora se ci sono responsabilità per queste drammatiche vicende le responsabilità sono di tutti i soggetti nessun escluso.

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