16/01/11

Sul caso Fiat

Sul caso Fiat
Che dire sul caso Fiat? Tutti sappiamo che la Francia, la Germania e gli Stati Uniti hanno tirato fuori un bel po’ di soldini per sperare di continuare ad avere una industria dell’auto efficiente e adeguata al tempo.
Qualcuno mi spiega per quale motivo nel nostro Paese i governanti non si sono nemmeno posti il problema? Ma la Fiat non qualifica l’industria italiana (se non altro è nata molto prima) forse più dell’Alitalia?
Nessuno, ma proprio nessuno, tranne che di rimando e negli ultimi giorni, che si sia posto il problema. Eppure si dice che l’industria dell’auto è ancora oggi strategica. E allora per quale motivo nei Paesi sopra elencati i governi si sono dati da fare e da noi no?
Certo il valente Governatore del Piemonte ci dice che nella sua regione si è dato un bel da fare per sostenere “lo sviluppo e l’industrializzazione” ma per la Fiat no?! Ma non poteva anche il nostro governo investire sul settore dell’auto magari impegnando con un serio prestito la Fiat (prestito che l’azienda avrebbe rimborsato) negli anni? No da noi si fanno interventi per le quote latte di qualche valente truffatore della Cee e magari per qualche “amico” e chessò magari si fa anche qualche leggina che aiuti le aziende del nostro Premier (vedi disposizioni sulla vendita delle frequenze) che si sa è “buono” ma davvero tanto buono ( e magari sarà anche vero ma che c’entra?) ma di aiutare quelle che sono ancora oggi aziende strategiche non se ne parla proprio. E così di strategico nel nostro bel paese non rimane ormai proprio niente. E mentre i cinesi passano dal manifatturiero più elementare all’industria magari noi continuiamo a fare “cappotti e mutande” che già oggi non riusciamo a vendere più a nessuno.
L’unica cosa che il nostro governo sembra riuscire a fare è quello di andare a ruota di Marchionne magari chiedendogli di essere ancora più “severo” con i lavoratori italiani.
Ma anche dall’opposizione non si è levato alcun lamento.
Ma che bel Paese il nostro dove gli operai se la devono vedere loro e solo loro con i loro datori di lavoro anche in una situazione di crisi come quella che stiamo attraversando e con dei sindacati che sono subalterni o al massimo ancora fermi agli inizi del secolo. E quale potrà essere il futuro per i nostri figli? Signori sveglia finchè si è ancora in tempo e che iddio ce la mandi buona!!!

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