02/02/09

riflessione sulle ultime vicende di cronaca

Cercavo ieri di inviare una mia riflessione sulle ultime vicende di cronaca al corriere dove dicevo sull’aggressione all’indiano:

“La criminalità è stata sempre e sempre lo sarà più presente dove c’è degrado e assenza di vita sociale. E le nostre belle città ormai degradate (complici le tante speculazioni edilizie e una sempre più miope politica del territorio) appaiono sempre più spesso come “ squallide periferie” ove al degrado si sommano le povertà del nostro tempo (cittadini comuni oltre che immigrati) il malaffare, l’ignoranza, la sopraffazione.
Ormai da tempo alcune forze politiche coniugano l’equazione “immigrato-criminalità” ma siamo davvero sicuri che è così e che al solo crescere dell’immigrazione si accompagni un aumento della criminalità?
Tanti fatti recenti così come questo drammatico e ripugnante di oggi, non confermano affatto questa “strana” ipotesi anzi evidenziano che a forza di coniugare “criminalità con immigrazione” finiamo solo per aggiungere alla criminalità comune e a quella organizzata (già fortemente radicata nel nostro Paese) anche quella da razzismo e xenofobia.
Né con vili proclami razzisti né con assurdi annunci di pene sempre più pesanti che somigliano più ai gesti dei criminali che a pene per i colpevoli si può affrontare il complesso problema della criminalità e della sicurezza nel nostro Paese.”

E Oggi leggo sempre sul correre l’articolo:

“IL CASO
«Auguro anche a te di essere stuprata» Le email choc contro la Bernardini
La deputata radicale ha denunciato le percosse sui romeni presi a Guidonia
ROMA — Ricevuti da Rita Bernardini sull'email della Camera: «Fai schifo, ti auguro di essere stuprata da un branco di merde come quelle li, ma magari ti piace perche a quanto sei brutta e fai schifo non ti s.... nessuno. Crepa». Ancora: «Spero veramente che un giorno le stuprino le sue figlie o qualche suo famigliare». Il «lei» si usa, scrivendo a un deputato, anche per le atrocità: «Vorrei, cara onorevole, che una sera rientrando a casa, fosse stuprata e pestata a sangue da un branco di romeni, vorrei che le lasciassero segni indelebili nel corpo e nella mente, vorrei che ciò accadesse ai suoi figli se ne ha, vorrei che i suoi cari magari anziani fossero aggrediti in casa e malmenati con bastoni e seviziati con coltelli da un branco di extracomunitari feroci» Rita Bernardini, deputata radicale-Pd e membro della commissione Giustizia della Camera, dice che tutto ricorda «radio parolaccia, quando a Radio radicale, era metà degli anni Ottanta, lasciammo libertà assoluta. Uscì fuori la divisione Nord-Sud. E tanto sesso. Un vero spaccato dell'Italia». Lo stesso succede ora, dopo la visita della Bernardini e di Sergio D'Elia ai sei romeni arrestati per la violenza di Guidonia. Il gesto ha dato via libera, sul suo sito come su Facebook, Tiscali e Wikio, a una rivolta. Forse è la stessa Italia espressa dall'atroce gesto di Nettuno, all'immigrato indiano aggredito e bruciato. «Hanno pubblicato il mio indirizzo e-mail e anche il mio telefonino, che comunque appare sul sito della Rosa nel pugno... Avviserò la questura. E pubblicheremo tutto sul sito www.radicali.it».
Massimo Landi promette che se qualcuno troverà l'indirizzo di casa Bernardini «se lo sai vò a trovarla, dal cognome ho paura che sia anche toscana». Elisa La Ferrera vuole la mail: «Adesso gliene invio una molto carina.» Sandro Moretti: «Gli auguro caldamente di provare sulla propria pelle quello che ha provato la ragazza di Guidonia». Va assai per le spicce Roberto Mosci: «La pena di morte per i criminali come questi è un atto dovuto, per la parlamentare è obbligo, non dobbiamo avere paura a tirare la catena dello sciacquone, è una questione d'igiene». Ma perché è andata in carcere dai romeni, Bernardini? «Non sono andata a offrire la mia solidarietà, sia chiaro. Io e D'Elia ci siamo mossi dopo le segnalazioni sui pestaggi in carcere. Non mi risulta che ci sia una legge che lo permette». Ma se davvero toccasse a lei, a una persona cara? «Non so come reagirei umanamente. So che non potrei mai cedere su un punto. Cioè che un'istituzione non può imbarbarirsi comportandosi come i peggiori malviventi, cioè reagendo con una violenza illegale. Ma noi radicali siamo allenati a certe reazioni. Quando ci battevamo per l'aborto non ci arrivavano certo mazzi di fiori».
La pancia italiana ribolle. Email spedita alla Camera: «Le forze dell'ordine in questo caso sono state superlative; unica nota negativa, non li hanno fatti toccare a nessuno; il popolo vorrebbe solo "divertirsi un po'"». Su Facebook, Fabio Sias: «Dovevano lasciarli in mano alla folla, qui bastardi». Paura, Bernardini? «No, sapevo benissimo di compiere un gesto difficile. Però provo molta amarezza. C'è ancora tanta strada da percorrere per far comprendere quanto sia importante il rispetto delle leggi da parte di tutti. Attaccano me e non D'Elia perché sono una donna. C'è un evidente aspetto legato a una sessualità repressa» Sito della Camera: «Lei mi fa ribrezzo. Lei va a trovare i romeni in carcere ma non si preoccupa della ragazza violentata a turno dagli animali che è andata a trovare ». Già, perché non è andata dalla ragazza violentata? «Perché la vera solidarietà di un politico a chi ha ricevuto un danno gravissimo è battersi nelle sedi dovute perché quell'atrocità non capiti più. Una visita e via? Troppo facile».
Paolo Conti
02 febbraio 2009”

Che dire oltre che dichiarare la mia piena solidarietà alla parlamentare radicale che si batte per l’affermazione del diritto di tutti e per tutti perché dove manca il diritto impera solo la barbaria?
Mi resta la vergogna come cittadino italiano per gli insulti che ha ricevuto così come mi consola quanto affermato dal capo dello Stato (“«Fermare questi raccapriccianti episodi xenofobi» «Appello a chi ha responsabilità istituzionali, culturali, educative per l'impegno contro il razzismo» «Siamo dinanzi a episodi raccapriccianti che vanno ormai considerati non come fatti isolati, ma come sintomi allarmanti di tendenze diffuse che sono purtroppo venute crescendo» «Rivolgo perciò un forte appello a quanti hanno responsabilità istituzionali, culturali, educative perché si impegnino fino in fondo per fermare qualsiasi manifestazione e rischio di xenofobia, di razzismo, di violenza»”) anche se confesso che dopo aver letto le affermazioni del nostro Ministro dell’Interno ( Maroni: «Cattivi contro i clandestini» Il ministro degli Interni risponde a Pisanu: «Non bisogna essere buonisti, ma determinati». Ferrero: «Razzismo»
ROMA - «Per contrastare l'immigrazione clandestina non bisogna essere buonisti ma cattivi, determinati, per affermare il rigore della legge». Lo ha detto il ministro degli Interni Roberto Maroni intervenendo ad Avellino alla manifestazione «Governincontra». Maroni ha inteso così rispondere «a chi in questi giorni - ha ricordato - ci ha accusato di fare discorsi da osteria padana»” ) torno ad essere preoccupato ed angosciato. Che sia la stampa a creare queste “confusioni”?

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