12/01/09

Brunetta e la PA

Brunetta: "L'impiegato del catasto si vergogna di dire al figlio cosa fa"
E della Cgil dice: "E' il mio grande nemico: non ha detto un solo sì"
La replica: "E' passato dalla megalomania alla paranoia"

ROCCARASO - Nuovo attacco del ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta agli impiegati della Pubblica Amministrazione. "Il tornitore alla Ferrari ha il sorriso e la dignità di dire al figlio che cosa fa, l'impiegato al catasto no", ha detto Brunetta parlando a 'Neveazzurra', la kermesse politica invernale del Pdl.
Dunque per il ministro della Pubblica amministrazione al momento alcuni dipendenti della pubblica amministrazione (Brunetta fa l'esempio dei professori, dei burocrati, degli impiegati del catasto) "si vergognano" di dire al figlio il proprio mestiere. Il ministro ha più volte accusato gli impiegati pubblici di essere dei "fannulloni".
Il ministro ha anche annunciato che per migliorare la Pubblica amministrazione userà il bastone e la carota. La carota - ha spiegato - è quella di "dare più dignità" ai dipendenti della Pa. Per il ministro della Pubblica amministrazione "la nostra burocrazia deve essere come la Ferrari. Una rivoluzione - conclude - è possibile".
Un altro strumento per favorire l'aumento della produttività, ha detto ancora Brunetta, sarà il "sistema delle freccette", mutuato da eBay: "Chiunque di voi abbia comprato qualcosa su eBay alla fine della transazione sa che compaiono tre freccette: ovvero tu sei tenuto a dare il suo giudizio sulla transazione". Anche nella P.A. pertanto da fine gennaio "chi offe un servizio sarà giudicato e chi fruisce della transazione avrà in mano questo strumento di giudizio".
Il sistema si avvarrà anche dell'Ufficio relazioni con il pubblico, che verrà rinnovato: "A fine gennaio partirà l'esperimento della 'Linea amica'. Nella pubblica amministrazione c'è un ufficio che si chiama 'Urp', ovvero ufficio relazione con il pubblico. Ora si tratta di un localetto nascosto, ovvero ogni amministrazione che risponde ai cittadini con la bocca storta...Faremo un 'grande Urpone' unico che sarà collegato con tutti gli uffici delle amministrazioni".
L'attacco alla Cgil. Il ministro si è scagliato anche contro la Cgil: "E' il mio grande nemico. - ha dichiarato - La Cgil non ha detto un solo sì. I sindacati sono importanti, ma quando sono conservatori non servono al paese. Spero che si ravvedano".
E la replica. "Il ministro Brunetta passa dalla megalomania alla paranoia", ha replicato Carlo Podda, segretario generale della Fp-Cgil. "Il ministro - ha detto ancora Podda - resosi conto che ormai l'opinione pubblica ha smesso di abboccare agli annunci di miracolosi risparmi e recuperi di efficienza nei servizi pubblici, visto che ciascun cittadino e impresa è in grado di verificare che tutto è come prima, ha deciso di individuare 'il nemico' e manco a dirlo il nemico è chiunque osi avere un parere diverso dal suo".
(11 gennaio 2009)

All’inizio sembrava, al di là di un linguaggio diciamo un po’ colorito, che questo nostro ultimo Ministro della PA fosse davvero intenzionato a “rivoluzionare” finalmente una PA da troppi anni autoreferenziale e costosissima e questo nonostante fosse il ministro di un Governo in parte colluso con la PA (AN, MPA ) e dall’altra (Lega Nord) in forte contrasto con la stessa.
Il tempo ancora una volta ci è stato nemico e oggi Brunetta ci appare per quello che realmente è. Un gran “chiaccherone” che cerca forse col suo tanto parlare di recuperare i centimetri che gli mancano e del ministro riformatore non è rimasto più nulla.
Tutta la “dirigenza” della PA resta immutatamente ferma al suo posto.Ma avete mai visto una azienda che per rinnovarsi mandi a casa tutti i suoi dipendenti lasciando al loro posto i dirigenti? Io no.
E che fa i nostro Ministro? Si mette a dar “punizioni” e a tirate d’orecchio all’ultimo impiegatuccio…….stando ben attento a non toccare mai i dirigenti ma anzi restaurando usi e costumi della dirigenza che erano propri di un ventennio non molto lontano. Caro ministro con i Kapò non potrai mai fare una seria riforma della PA. Erano proprio i dirigenti quelli che per primi dovevano esser colpiti e dove necessario rimossi ed era a loro che andava data la piena responsabilità del lavoro che dirigono. Ci sarebbe così stato un salutare fenomeno a cascata sull’impegno e responsabilità che rappresentano comunque le basi di qualunque riorganizzazione in un ambiente di lavoro.
Ma si sa: nella PA i dirigenti nascono sotto i cavoli dei partiti e nessuno deve toccarli. Lo sanno molto bene FI ed AN e sembra che da un po’ l’abbia appreso anche la Lega (della sinistra non dico perché haimè i fatti stanno lì a confermarci lo stesso malcostume).
E allora giù a sparare grandi “ca...te” sull’”Urpone” (basta la parola come diceva un caro antico carosello) per i reclami e “dalli al fannullone” e così via e intanto tutto resta fermo come sempre e i costi della PA continuano nonostante i tanto declamati e indiscriminati tagli sbandierati dal ministro Tremonti a lievitare quasi quanto la sua cronica inefficienza.
Tanto come per la “tragicommedia italiana” dell’alitalia (l’ho scritta in piccolo perché la “nuova alitalia” è davvero piccola cosa), che ha avuto e ha anch’essa quali principali interpreti tutti i partiti (anche quelli che oggi non sono in Parlamento), a pagar conto c’è sempre Pantalone.

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