19/12/08

sulla questione morale

La corruzione costituisce sempre all’interno di tutte le “realtà associate” un problema dal quale sapersi ben difendere.
Il primo grande strumento di difesa è costituito dalla “non indispensabilità” di ciascuno di noi.
Mi spiego meglio con alcuni esempi che fanno riferimento alle realtà che oggi ci toccano.
Qualcuno ritiene forse che la Iervolino sia “colpevole” di qualcosa? Credo assolutamente di no. Non per questo la Iervolino appare la “unica e sola” persona che può reggere le sorti della città di Napoli. Altrettanto potrebbe dirsi per Bassolino che certamente è stato in un certo momento una persona molto importante per la città di Napoli e per la Campania (ma non tanto importante da dover coinvolgere nella vicenda politica anche la sua consorte…..da che mondo è mondo si è sempre detto che non è possibile che in famiglia siano più d’uno a gestire la cosa pubblica). Ma siamo così sicuri che oggi solo Bassolino può affrontare le vicende della Campania? Guai se così fosse.
Solo ai dittatori e ai monarchi è permesso (sarebbe meglio dire che se lo permettono da soli e con la forza) di pensare di essere unici e indispensabili.
Ecco quello che manca ai nostri politici: si sentono troppo spesso unici e indispensabili senza che ciò sia mai vero per nessuno e più invecchiano e più sono convinti di ciò (fossero molto giovani si potrebbe forse almeno comprendere il loro timore di interrompere un “percorso”).
Ma possibile che in questo nostro benedetto Paese non si possa pensare che l’impegno politico “il lavoro per la cosa pubblica” non possa essere a tempo? E che dopo un’esperienza politica ci si possa anche occupare d’altro?
E dire che i compensi che vengono riconosciuti per l’impegno politico sono tali che certamente i nostri politici quando si “pensionassero” avrebbero certamente di che vivere comunque.
Immaginiamo per un attimo che finalmente anche nel nostro paese un politico quando coinvolto direttamente o indirettamente in fatti “di corruzione” si faccia spontaneamente da parte per tutto il tempo necessario perché si faccia chiarezza (certo le lentezze della magistratura non aiutano un tal pensiero e forse sarebbe proprio questa la prima grande riforma da fare). Sono sicuro che se ciò avvenisse ci sarebbe poi tutto il tempo per il politico che avesse davvero grandi capacità per “riabilitarsi” e tornare sulla scena.
Cassius Clay dopo aver scontato una pena carceraria è tornato a vincere come pugile ai più alti livelli e voglio semplicemente dire che chi ha forti capacità e tenacia riesce comunque a tornare a primeggiare.
Ecco sono sicuro che un tal codice morale dovrebbe essere scritto nello statuto di qualsivoglia partito e organizzazione politica: ogni volta che si è in qualche modo coinvolti in fatti”criminosi”, ogni volta che viene meno il prestigio, indispensabile per chi si occupa della cosa pubblica, ci si dovrebbe far da parte al di là di ciò che la magistratura faccia.
Perché come ha molto ben detto l’onorevole Violante guai se dovessero essere i magistrati ad interrompere o a sospendere le carriere politiche.
Signori della politica non è disdicevole fare un passo in dietro anzi spesso facendo ciò si restituisce molta più onorabilità al ruolo che si svolge e a se stessi.

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