19/08/08

Il federalismo (atto primo)

L’imposizione di nuove tasse locali per risolvere i problemi di bilancio delle Regioni e dei Comuni “poco virtuosi” a qualcuno sembra un sufficiente spauracchio? Ma siamo poi così sicuri che i nostri “bravi” ( si fa per dire ) amministratori avranno “tanto timore” nel far ciò? Ma a qualcuno non viene per caso in mente che già in più occasioni Regioni e i Comuni si sono dimostrate molto sollecite nel richiedere tasse aggiuntive ai cittadini (tanto le pagano quei “cretini dei cittadini”)? Ma qualcuno ricorda per caso le addizionali sul gas e sulla benzina oltre a quelle sull’Irpef tanto per citare alcune tra le tasse “individuali” che tanti comuni e regioni ci propinano?
E dove è finito il “furore anticasta” che sembrava aver percorso il PDL (del PD non dico solo per pudore) per cui si era parlato della abolizione della maggior parte delle Comunità montane, delle Provincie (addirittura già si parla di istituirne di nuove), degli Enti inutili (ancora non riescono a mettersi d’accordo su quali e quanti sono ma nel frattempo ne crescono di nuovi) e dei loro inutili e costosi presidenti e commissari?
E che dire delle “troppo laute” retribuzioni dei nostri “parlamentari” e degli scandalosi stipendi di tanti “Manager (si fa ancora per dire) pubblici (scandalosi soprattutto perché questi grandi Manager riescono solo ad indebitare ulteriormente le realtà che gestiscono) per i quali a gran voce sembrava si fosse chiesto un ridimensionamento? Non se ne parla nemmeno più.
In un tal clima, a parlare di Federalismo fiscale viene quanto meno da sorridere.
Certo sappiamo tutti che i cittadini del Veneto, della Lombardia, del Piemonte e….. sono quelli che “pagano più tasse” (sono anche i “più ricchi” non dimentichiamolo) così come sappiamo che quelli della Campania, della Sicilia, della Calabria e…. non le pagano quasi affatto così come sappiamo che la Val D’Aosta, le Provincie di Trento e Bolzano, la Sicilia, il Molise, la Basilicata, San Marino e Campione d’Italia (che nome azzeccato) e… sono tra le realtà che ricevono maggiori fondi dallo Stato centrale; sappiamo insomma che in questo nostro strano Paese i cittadini non sono affatto uguali anche in base alla loro collocazione geografica oltre che per tante..altre cose.
E in un tal casino cosa hanno pensato di tanto importante i nostri magnifici politici?
Si sono subito precipitati a togliere tutte le norme che in qualche modo sembravano dare un qualche risultato sull’evasione fiscale cosicchè sarà finalmente chiaro a tutti (gli elettori s’intende) che le tasse in questo nostro Paese le pagano i dipendenti (pubblici o privati che siano non importa). Poi hanno pensato che è giunta l’ora di “liberare” le Regioni attraverso il Federalismo fiscale che (come dice Robin Hood “rubare ai ricchi per dare ai poveri” aggiungendo che “c’è bisogno che ci siano i ricchi e allora bisogna prima rubare ai poveri per dare e avere i ricchi e poi si vedrà”) costringerà i politici regionali ad essere “virtuosi” (le nostre care patrie galere sanno già quanto virtuosi siano tanti di questi politici) e per quelli che non lo saranno “c..zi” dei cittadini (e non dei politici perché altrimenti che politici sono!) che dovranno pagare le malefatte dei politici che hanno votato (anche quelli che quei politici non hanno votato).
Risultato: i cittadini dipendenti (pubblici e privati) pagheranno il conto per la “malapolitica” e poi quando non ce la faranno più a pagare (praticamente entro il prossimo anno) si farà uscire qualcosa dal “cilindro della politica” (tanto la tessera per i poveri è già in esperimento).
Ma qualcuno dei nostri “grandi” si è per caso accorto che questo nostro Paese vive oggi una profonda crisi economica? E si è accorto che in primo luogo appaiono indispensabili riforme che facciano sì che i cittadini di tutte le Regioni (anche quelle “speciali” e anche le Provincie “autonome” ché poi tanto autonome non sono e anche i Comuni “di frontiera” e san marino e il Vaticano) e di qualunque rango (dipendenti pubblici, privati, professionisti, commercianti, imprenditori che sembrano più “prenditori” che “im”….) paghino le “giuste” tasse e ancora che è indispensabile procedere ad una “vera” riforma del sistema delle autonomie locali (in questo nostro paese ci sono ad esempio tanti Comuni di alcune centinaia di abitanti) così come appare indispensabile procedere ad una altrettanto seria riforma della amministrazione pubblica che elimini tutti gli sprechi, i doppioni, le inefficienze e le clientele di destra e di sinistra (l’amministrazione pubblica è ormai un esercito di “dirigenti” che dirigono soprattutto sé stessi…verso un “lauto stipendio” ). Infine appare ormai improcrastinabile una altrettanto seria riforma della politica che elimini privilegi, sprechi, malaffare e che permetta ai cittadini di scegliere i loro rappresentanti e impegni questi ultimi a dare le migliori risposte ai problemi dei cittadini che li hanno eletti e che imponga al politico di rispondere delle sue azioni non solo attraverso il meccanismo del voto ma anche attraverso il rispetto di regole che devono essere rispettate da tutti i cittadini, politici compresi!

Dovremmo essere perciò uniti tutti nello sforzo comune di abbandonare i piccoli o grandi privilegi per “l’interesse comune” del Paese che potrà comportare in un prossimo futuro un interesse per noi tutti e soprattutto per i nostri figli. E invece? Ci ritroveremo a combattere ancora una guerra tra poveri che si attaccano ai loro piccoli e dispendiosi tornaconti e a pagare ancora una volta saranno i cittadini più normali, quelli non protetti dalla “mala politica” e dal “malaffare” e il conto potrà essere salatissimo.

Se ci andrà bene ci ritroveremo a pagare con gli interessi con e per il Federalismo quello che sembra si sia recuperato con questa “strana finanziaria di rigore” e il debito pubblico riprenderà a salire in attesa magari di un “futuro nuovo Prodi moralizzatore”. Altrimenti rischieremo davvero quella “bancarotta” di cui da tanto si parla (dai tempi della “balena bianca”) e che pensiamo sempre non arrivi mai per noi.

03/08/08

Amo l’Italia e volo Alitalia – Salva l’Italia

“Amo l’Italia e volo Alitalia e rialzati (Al)Italia” due frasi di un tale spessore…….
Ma perché qualcuno non spiega al Cavaliere che “i palloni (le bugie) volano” ma solo nell’immaginario dei bambini e lui non è più un bambino?
Forse il Cavaliere voleva dire “con Alitalia rialzo l’Italia”?

Dire “salva l’Italia” o “rialzati Italia” non mi pare un gran dire come slogan per il nostro misero Paese che non è per nulla “salvo” né “rialzato”.

Sembra proprio che l’unica cosa che si sappia fare nel PD (oltre quella di non dire mai chiaramente dove si voglia andare) è quella di rispondere al “Cavaliere” e per giunta con un frasario assai simile a quello da lui usato (tipico del “piazzista”).
Ma non sarebbe forse il caso che si cominci a dire in modo chiaro ed inequivocabile cosa non và del governo e cosa si vuol proporre in alternativa? Perché dobbiamo anche dire cosa vogliamo. Questo gran dire che “gli italiani non ce la fanno più…” mi sembra un po’ poco come poco è stato parlare del famoso “tesoretto” da restituire agli italiani.
E poi la discussione sulle riforme se parte così come sembra essere partita quella sulla riforma della legge elettorale per le europee siamo davvero alla frutta.
Intanto nel mio Abruzzo il PD si esercita nel tentativo di rinviare le elezioni?Ma siamo pazzi?
L’unico vero esercizio da fare è quello di cancellare il lungo elenco dei politici sin qui prodotti e riuscire a presentare una lista davvero fatta di tanti nuovi nomi della parte sana della società civile e cercare di individuare un possibile candidato “Governatore” che non abbia alcun legame con la classe politica sin qui prodotta. Altrimenti anche nel mio Abruzzo ci avvieremo verso una “sonora sconfitta” tanto sonora da somigliare alla debacle siciliana di cui la Finocchiaro ancora non si è accorta (qualcuno gli dica per favore quanto male ha fatto al suo partito).

L’infinita (ma sempre meno) storia Alitalia

Ma c’era bisogno di tanto tempo e di tanto rumore per produrre un risultato per Alitalia che persino un bambino avrebbe saputo produrre?
Se abbiamo due realtà imprenditoriali in debito cosa facciamo? Prendiamo la parte buona delle due attività e la mettiamo dentro un nuovo contenitore e così abbiamo una nuova azienda che non ha rami secchi, non ha debiti e potrebbe funzionare. Ma siamo sicuri che è proprio così?
Intanto non si capisce cosa faremo dei “rami secchi” ma soprattutto: chi pagherà i debiti delle due società (Air one e Alitalia sono entrambe molto indebitate)? Ancora una volta quel signor Pantalone di sempre?
E ancora: la nuova società che nascerà sarà per forza una piccola società. Innanzi tutto perché di buono in Air One e in Alitalia non c’è poi tanto e soprattutto perché i grandi imprenditori italiani della cordata di Berlusconi sono disposti a mettere in campo (con l’aiuto delle Banche e dietro chissà quali impegni governativi) circa 700/800 milioni di Euro praticamente pochi spiccioli. E siamo sicuri che una compagnia aerea così piccina potrà competere in un mercato sempre più aggressivo e in un periodo in cui il prezzo del carburante potrebbe da un momento all’altro volare alle stelle? O si ha in mente di fare una compagnia che poi successivamente entrerà a far parte di una compagnia europea di grosse dimensioni?
E forse qualcuno s’illude che non ci sarà comunque un prezzo da pagare?
Ormai l’unico vero interesse che le compagnie aeree hanno nei confronti del nostro Paese e quello di acquisirne il mercato passeggeri e quello merci e poter utilizzare al meglio la nostra rete di aeroporti (che non è poi tanto male). Una discreta quantità del mercato passeggeri è già in movimento verso le grandi compagnie europee e siamo così sicuri che basterà il geniale motto del cavaliere “amo l’Italia e volo Alitalia” per recuperare questa fetta del mercato passeggeri da far valere anche in una eventuale operazione con un partner europeo?
E se questa è una buona soluzione non la si poteva percorrere già anni fà quando il debito Alitalia era più contenuto?
Non sono un esperto del settore ma mi pare proprio che ancora una volta la montagna stia partorendo un topolino piccino, piccino, piccino…e che presto sarà ingoiato da nuovi debiti. Gli esempi purtroppo non ci mancano in questo nostro “bel Paese” che rischia di divenire sempre meno “bello”.
Tra un Governo Prodi che poteva e doveva vendere ad Air France e invece ha continuato sino all’ultimo giorno a tergiversare (perché attendere le elezioni? perché rifinanziare la compagnia di 300 milioni di euro? e ancora: perché non essere chiari con i sindacati? per qualche voto?) e un nuovo Primo Ministro un po’ “sbadato” ecco il gran risultato.
Tra un "rialzati Italia" e un "salva l'Italia" c'è davvero da cominciare a preoccuparsi.
Un sano o insano ottimismo non guasta mai ma è sempre più dura.....

OK notizie