04/12/07

Sulle proposte di riforma della legge elettorale

Quella della legge elettorale è un’altra delle tante “bufale” che ci raccontano. Certo una legge elettorale deve avere alcune regole elementari perché si possa parlare di “democrazia” ma non stà scritto da nessuna parte che la legge elettorale permetta la governabilità in un Paese. La governabilità è data solo e soltanto dal comportamento dei partiti che avrebbero come primo loro dovere la coerenza e il rispetto dei programmi elettorali per i quali hanno chiesto il voto ai loro elettori. Non deve essere permesso che durante la legislatura si formino nuovi partitini come di fatto accade nel nostro paese. Se un parlamentare eletto con un partito vuole fondare un nuovo raggruppamento o un nuovo partito o anche se vuole passare da un partito ad un altro partito deve dimettersi da parlamentare perché è stato votato sì come persona singola ma comunque all’interno di un partito e di un programma elettorale. Gli subentrerà il primo dei non eletti dello stesso partito nella sua area territoriale e lui avrà così la possibilità di presentarsi alla successiva tornata elettorale al giudizio degli elettori con il partito e il programma elettorale che meglio riterrà dimostrando impegno e coerenza non interessati. Uno sbarramento nell’ordine del 2,5-3 % appare necessario per non permettere una esagerata frammentazione ma comunque dobbiamo ricordarci che se gli elettori sono disposti a votare un partito il loro voto và rispettato. Altra cosa è invece quella dei privilegi che sono accordati ai partiti in termini di rimborsi ai vari livelli. Se tali rimborsi fossero drasticamente ridimensionati sono sicuro che già per questo avremmo assai meno partiti. I partiti e i giornali di partito dovrebbero trarre i loro proventi prevalentemente dal contributo dei cittadini iscritti al partito e i cittadini potrebbero detrarre dalle loro dichiarazioni dei redditi le elargizioni a favore di partito fino ad un ammontare nell’ordine di 10-15 mila euro. Ulteriori finanziamenti fatti ai partiti non dovrebbero avere nessuna facilitazione e ci dovrebbe comunque essere l’obbligo di dichiarare sia da parte del donante che da parte del partito che riceve. Ciascun partito ( o raggruppamento di partiti) dovrebbe presentare con le liste anche un chiaro programma elettorale cosicché l’elettore possa scegliere con giudizio di merito chi votare. Nel programma dovrebbero essere chiari gli intenti e le modalità per raggiungere gli obiettivi (ad es. se dico che voglio ridurre il debito pubblico devo anche dire attraverso quali meccanismi ed economie voglio raggiungere l’obiettivo). Fatto ciò che si usi un sistema maggioritario o uno proporzionale non cambia molto le cose. Certo non devono essere presenti i giochetti dei resti né le opzioni di scelta che fino ad oggi sono stati costantemente fatti e che non hanno nulla di democratico. Dovranno perciò essere vietate le candidature in più collegi o quanto meno non dovrà essere possibile che io rinunci in un collegio a favore del candidato che mi segue dello stesso mio partito. Se rinuncio in un collegio il posto andrà al candidato del partito che ha preso più voti dopo il mio partito

Per quanto attiene le preferenze credo sia indispensabile che il cittadino possa scegliere chi votare e perciò sono per un meccanismo ove si esprima la preferenza all’interno di una lista.

Non mi pare di aver sentito nulla di quanto sopra esposto nelle varie proposte di legge elettorale dove i giochetti restano tutti in piedi. Qualcuno provi ad indovinare perché??!!

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