16/05/07

Camera, i portaborse restano fuori solo 250 sono stati regolarizzati

Leggo da OK notizie all’indirizzo: http://oknotizie.alice.it/go.php?us=8311ad1d9faa704 . Scandalo nello scandalo. Ma quale fiducia dovrebbero avere i cittadini con dei parlamentari che si comportano in tal modo? Spero che presto avremo anche l’elenco dei singoli parlamentari per poterli “identificare”.

Camera, i portaborse restano fuori solo 250 sono stati regolarizzati

ROMA - Il giro di vite a Montecitorio è scattato ieri. Porte aperte ai soli collaboratori dei parlamentari dotati di regolare contratto di lavoro, ovvero pagati per davvero dai loro datori di lavoro. Fino ad ora - come emerso in seguito al caso aperto dalle "Iene" - su 683 in servizio solo 54 venivano retribuiti in base a un accordo scritto. Il fatto è che alla chiusura dei termini fissati da una circolare dell'Ufficio di presidenza della Camera e scaduti appunto il 13 maggio, di contratti depositati e di nuovi badge di ingresso distribuiti sembra che se ne contino non più di 200-250. Si tratta per lo più di contratti a progetto, dunque di durata annuale e rinnovabile, in molti casi a firmarlo non è il deputato ma il partito di appartenenza e la gran parte non riporta la cifra del corrispettivo pattuito, per "ragioni di privacy", è stato spiegato in calce. Le somme invece riportate in chiaro non superano mai i 1200-1500 euro. La forbice dei 200-250 regolarizzati è al di sotto delle attese ma, va detto, non è ancora ufficiale. Né i deputati questori né la segreteria generale hanno fatto ancora un consuntivo, anche perché qualche parlamentare se la sta prendendo comoda. "Repubblica" tuttavia è risalita a quella cifra incrociando i dati in possesso dell'ufficio per le Competenze dei parlamentari, che ha curato la registrazione dei contratti, con quelli dell'ufficio Sicurezza che gestisce il rilascio dei nuovi badge. Emerge che solo poco più di un terzo dei cosiddetti portaborse sarebbe stato confermato al suo posto per essere finalmente pagato a norma di legge. E gli oltre 400 rimasti fuori dal Palazzo? Dirottati sui collegi di origine dai quali provenivano, spiegavano ieri mattina in Transatlantico, o più probabilmente fatti entrare a Montecitorio nella veste di ospiti giornalieri, sussurravano i più maliziosi, se non liquidati con un benservito. Il caso insomma resta aperto e si pensa già alle contromisure. "Sarebbe assai grave - commenta Severino Galante, deputato questore in quota Pdci - Se quelle cifre fossero vere testimonierebbero il senso di irresponsabilità dei deputati che avrebbero dovuto regolarizzare le posizioni dei collaboratori. Il nostro provvedimento nasce in tutela dei lavoratori, non può tradursi in un escamotage per farli fuori. Ci sarà da parte dei questori, certamente da parte mia, una reazione adeguata". Intanto, non viene escluso che il termine del 13 maggio venga prorogato quando domani tornerà a riunirsi l'organo che sovrintende all'organizzazione interna del Palazzo, l'Ufficio di presidenza guidato dallo stesso Bertinotti. E questo dovrebbe avvenire sia per permettere agli ultimi ritardatari di mettere in regola i propri collaboratori, sia per effettuare le verifiche piuttosto complesse, dato che i contratti dovranno risultare anche vistati da consulenti del lavoro. Non a caso per l'intera giornata di ieri, e così avverrà per i prossimi giorni, i commessi hanno consentito l'ingresso anche coi vecchi badge. Il termine perentorio comunque non cambia, "la decisione ha effetto dal 14 maggio 2007 - spiega una nota diffusa dalla presidenza della Camera - fermo restando che nella riunione già convocata per mercoledì l'Ufficio di presidenza potrà valutare eventuali richieste di disporre di un ulteriore limitato periodo di tempo per completare gli adempimenti previsti". Fuori dal burocratese, vuol dire che Montecitorio potrebbe concedere un altro mese di tempo perché tutto sia messo in regola. Perché, come sottolinea l'ufficio di Bertinotti, l'obiettivo primario resta "assicurare la piena conformità dei rapporti di lavoro alle norme vigenti in materia, al fine di evitare che qualsiasi forma di lavoro nero possa penetrare anche nelle istituzioni".
(15 maggio 2007)

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